Il settore della Difesa è sempre stato all’avanguardia nell’ambito dell’innovazione, e alcune delle invenzioni destinate al comparto – come, per esempio, la tecnologia navale, Internet o i sistemi di navigazione spaziali come Galileo e il GPS – nel tempo hanno avuto implicazioni anche sul piano civile. Infatti, l’innovazione in campo civile e quella nel settore della Difesa vengono, oramai, sempre più spesso combinate.
Nello scenario geopolitico attuale, l’innovazione è al centro della competizione globale che sta rivoluzionando le condizioni della sicurezza internazionale. Chi, oggi, si assicura un vantaggio tecnologico dominerà il futuro. Questo vale in particolare per le tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale – spesso caratterizzate da una duplice natura, civile e militare, e che modificheranno il carattere dei conflitti.
In Europa si è in ritardo in termini di investimenti nell’innovazione per il comparto. Come dichiarato da Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, “nel 2020, gli Stati membri dell’UE hanno speso solo 2,5 miliardi di euro per la ricerca e la tecnologia, con una tendenza a riduzioni nel periodo 2021-2023, mentre gli impegni assunti nell’ambito della PESCO prevedono una soglia del 2% per i bilanci di settore”. La maggior parte degli Stati membri ha aumentato la spesa per la Difesa ma non gli investimenti nella ricerca e nella tecnologia.
Nel frattempo, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti investe ogni anno almeno 14 miliardi di dollari in ricerca e innovazione, pari a circa il 2% dell’intero bilancio per il comparto, dei quali 3,5 miliardi per DARPA – l’Ente statunitense per i progetti di ricerca avanzati. Diversi Paesi nel mondo stanno sviluppando e rendendo operative a fini militari le cosiddette disruptive emerging technologies. Pertanto, anche l’UE e i suoi Stati membri devono sfruttarne il potenziale, sviluppando capacità di punta e all’avanguardia ed equipaggiando le Forze operative a livello globale.
Per contrastare il divario tra i Paesi membri in tema di innovazione nel settore della Difesa, la Commissione europea ha già messo in atto iniziative pertinenti – come ‘Orizzonte Europa’, focalizzata sulla promozione dell’innovazione e su un piano d’azione sinergico, che consentirà ai protagonisti nazionali dell’industria civile, della Difesa e dello Spazio di collaborare.
E, siccome la Difesa rimane un ambito intergovernativo, l’Agenzia Europea per la Difesa (AED) ha un ruolo cruciale da svolgere nel coordinare gli sforzi degli Stati membri. Infatti, l’innovazione tecnologica fa parte del DNA dell’Agenzia sin dalla sua creazione, nel 2004 – tant’è che la prima Revisione Annuale Coordinata sulla Difesa (CARD) dell’AED, ultimata a novembre 2020, proponeva oltre 100 opportunità di collaborazione nello sviluppo delle capacità nella ricerca e nella tecnologia.
Su invito del Consiglio europeo, l’AED ha istituito un polo di innovazione per la Difesa, attraverso una rete di centri in tutta Europa, che punta a promuovere sinergie con il settore industriale.