Trend in aumento della spesa per la Difesa nei Paesi dell’Alleanza atlantica, come conferma il report NATO del 31 marzo: la spesa più consistente continua a essere quella degli Stati Uniti, con il 70% del totale, mentre incrementa quella complessiva da parte dell’Europa e del Canada, all’ottavo anno consecutivo di crescita (+29,6% dal 2014).
Una delle questioni centrali del dibattito è il burden sharing – sullo sfondo degli impegni assunti in occasione del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi nel Galles a settembre 2014, e ribaditi a Varsavia nel 2016 con il cosiddetto Defence Investment Pledge (DIP). Il burden sharing richiede, infatti, lo sforzo di ciascuna Nazione alleata a raggiungere, entro il 2024, le cosiddette “tre C”:
- 2% delle spese per la Difesa rispetto al PIL (“Cash”);
- 20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti (“Capabilities”);
- contributi a missioni, operazioni e altre attività (“Contributions”).
In relazione all’obiettivo del 2% del PIL, i Paesi che nel 2021 hanno raggiunto questa soglia sono 8 su 30 rispetto agli 11 del 2020. Oltre agli Stati Uniti (3,57%), hanno conseguito l’obiettivo del 2% la Grecia (3,59%), la Polonia (2,34%), il Regno Unito (2,25%), la Croazia (2,16%), l’Estonia (2,16%), la Lettonia (2,16%) e la Lituania (2,03%).
Secondo il report NATO, l’Italia si colloca all’1,54% del PIL (era 1,14% nel 2014) ma, in riferimento alla percentuale del budget della Difesa destinata nel 2021 agli investimenti, il nostro Paese registra una percentuale del 21,8% – superiore al parametro del 20%. Infine, per quanto concerne i contributi operativi, nel 2021 le Forze Armate italiane hanno partecipato a 9 missioni della NATO.
A livello operativo, i Paesi membri contribuiscono ai costi di gestione della NATO e all’attuazione delle sue politiche e attività in maniera sia diretta, sia indiretta. La NATO ha bilanci e programmi annuali che derivano da contributi diretti per un valore di circa 2,5 miliardi di euro (lo 0,3% della spesa totale per la Difesa degli Alleati), che sostengono anche la sua struttura di comando militare permanente, le attuali operazioni e missioni e forniscono infrastrutture militari essenziali (comprese le basi aeree e navali, le comunicazioni via satellite, le condutture del carburante e i sistemi di comando e controllo). I contributi indiretti – o nazionali – sono i più consistenti e riguardano, per esempio, la volontaria messa a disposizione di attrezzature o truppe nelle operazioni militari.