Grandi aziende ma anche piccole e medie imprese: la rete italiana della creatività cresce ancora, grazie a una filiera di eccellenza ma anche agli investimenti transatlantici.
Questo 25 agosto è, infatti, la data ultima di presentazione dei progetti per il primo bando del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) – l’acceleratore di innovazione della NATO, ideato per risolvere le sfide della Difesa e della sicurezza. Un ulteriore sostegno dunque, per le pmi e le start-up, nello sviluppo di tecnologie dual-use in tre aree principali:
- resilienza energetica;
- sensoristica e sorveglianza;
- condivisione sicura delle informazioni.
Parliamo di un programma focalizzato su Big Data, Intelligenza Artificiale, quantistica, biotecnologie e potenziamento delle performances umane, ma anche su autonomia energetica, propulsione alternativa, nuovi materiali nonché produzione ipersonica e spaziale, in aree nelle quali si possa agire in ambito sia civile, sia della Difesa.
Sempre ad agosto, la notizia dell’apertura di tre nuovi centri a supporto delle start-up del settore spaziale: ESA BIC Milano, Padova e Brindisi, in aggiunta ai già attivi Torino e Lazio, come risultato della sinergia tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), quella europea (ESA) e l’incubatore I3P del Politecnico di Torino. Un progetto che intende posizionare sempre di più l’Italia come hub innovativo per l’imprenditorialità legata allo Spazio, anche con la creazione di nuove imprese per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi basati sull’utilizzo di dati e infrastrutture spaziali. E, questo, grazie proprio alla vitalità Made in Italy – che per esempio, a meno di 2 anni dall’avvio di ESA BIC Torino, aveva già visto oltre 70 progetti analizzati e più di 15 start-up ammesse al programma.
Secondo alcune stime riportate da IlSole24Ore, il valore mondiale della Space Economy – di circa 447 miliardi di dollari nel 2022 – potrebbe infatti toccare quota 1.000 entro il 2030. Una crescita enorme, che sta richiamando sempre più investimenti pubblici e privati.
Come nella Repubblica di San Marino, che quest’estate ha annunciato il suo ingresso ufficiale nel dominio spaziale e un primo evento internazionale dedicato, previsto per il 25 ottobre. Evento che prevede la presenza di oltre 200 espositori ma, soprattutto, la nascita del progetto San Marino Aerospace Valley per la creazione di un network tra aziende-leader del settore. Ricerca, innovazione, tecnologia, energia e sostenibilità in un polo di eccellenza che vedrà una speciale collaborazione con l’Italia – anche in seguito della recente istituzione del tavolo interministeriale tecnico e permanente di confronto bilaterale in tema di sviluppo economico.
Sviluppo che – nei prossimi anni, dal Piemonte alla Puglia – comprenderà sempre più insediamenti produttivi per la componentistica, i materiali innovativi, i satelliti e le telecomunicazioni, fino a persino una Cape Canaveral tutta italiana. Una filiera che guarda al futuro e che, solo nella pugliese Grottaglie, in una delle Regioni con il maggior numero di attività industriali aerospaziali, coinvolge 550 pmi, 7.500 addetti e 400 ricercatori.
Le attuali sfide di Difesa e sicurezza stanno già dando frutti importanti in termini di capacità nazionali e di cooperazione: una leadership, quella italiana, che continua ad affermarsi e consolidarsi.