Il Mediterraneo Allargato è il principale Teatro in cui le nostre Forze Armate sono chiamate, a tutela degli interessi nazionali, a proiettarsi e condurre, in varie forme e modalità sulla base delle decisioni del Parlamento, attività di cooperazione bilaterale o multilaterale, anche nell’ambito di missioni ed operazioni di stabilizzazione e di pacificazione sviluppate in sinergia con Alleati, partner ed Organizzazioni Internazionali.
È in questo contesto che si inserisce la “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo” messa a punto dal Ministero della Difesa e racchiusa in un documento che fornisce linee d’indirizzo politico-militare.
Il quadro geopolitico del Mediterraneo Allargato si presenta multiforme, incerto, instabile e in continua evoluzione, alimentando il fenomeno della cosiddetta «globalizzazione dei fenomeni di insicurezza locale», con conseguenze sulla sicurezza dell’Italia e dell’area euro-atlantica, che si riflettono nella politica estera e di difesa del nostro Paese, dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea.
Il «Mediterraneo Allargato» è la dimensione strategica di riferimento per l’Italia, entro la quale – per il Ministero della Difesa – lo Stato esercita un’azione prioritaria, ma non esclusiva, al fine di perseguire gli interessi strategici nazionali.
“La Difesa – si legge nel volume – identifica questo spazio con le aree immediatamente contigue al Mediterraneo “in senso stretto”, incorporando l’Europa continentale (inclusa l’area balcanica e il Mar Nero), il Medio Oriente (inclusa la Penisola Arabica e il Golfo Persico) a est e l’Africa relativamente alle fasce settentrionali e subSahariana, che dal Corno d’Africa e attraverso il Sahel si estende al Golfo di Guinea a sud. Si tratta di quadranti strategici che, in quanto tali, devono essere costantemente monitorati per poter intervenire tempestivamente ogni qualvolta gli interessi del Paese sono minacciati o quando si sviluppa una crisi con potenziali ricadute negative su detti interessi. Questi quadranti sono pertanto il Teatro delle attività che le nostre Forze Armate conducono, in varie forme e modalità, nell’ambito della nostra proiezione all’esterno dei confini nazionali, quali le missioni e operazioni di stabilizzazione e pacificazione e le attività di cooperazione bilaterale e multilaterale”.
La centralità e la fragilità dell’area Mediterranea sono inoltre un elemento importante del Concetto NATO per la Difesa e Sicurezza dell’Area Euro-Atlantica (DDA), che divide, per una maggiore reattività in caso di necessità, l’area di responsabilità in sette zone tra cui quella Mediterranea. Per quanto riguarda in particolare il “Fianco Sud”, cioè l’area Mediterranea, l’Alleanza ha convenuto di rivedere la propria strategia ed elaborerà a breve un piano dedicato, che consentirà una migliore gestione delle capacità e delle iniziative.
“La sicurezza della Regione – si legge nelle conclusioni del documento “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo” – è cruciale per l’Italia e richiede che il Paese svolga un ruolo da protagonista, quale media potenza regionale a forte connotazione marittima, in grado tutelare i propri interessi strategici, nonché svolgere un ruolo di riferimento per i principali Alleati in ambito NATO e UE. Ciò postula un approccio genuinamente interforze/multi dominio, ma anche multidimensionale, in cui la Difesa deve contribuire con un ruolo proattivo nei vari contesti nei quali è chiamata ad operare”.