Sono molteplici i compiti che i sottomarini svolgono quotidianamente, con missioni inerenti a:
- la salvaguardia degli ecosistemi marini;
- la libertà di navigazione e l’antipirateria;
- la sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico e delle infrastrutture marittime (incluse quelle vitali off-shore e subacquee);
- il rispetto del diritto internazionale e la tutela delle frontiere esterne.
Questo, mentre quello subacqueo rimane un ambiente all’80% inesplorato ma che potrebbe fornire il 40% del cibo del prossimo secolo.
L’ambiente subacqueo sta diventando un dominio operativo di rilievo per la Marina Militare italiana e una frontiera tecnologica per l’industria di settore e per il nostro sistema-Paese. È dunque in questo scenario che si colloca la costruzione del terzo sottomarino di nuova generazione relativo al programma U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare, assegnato a Fincantieri, e che comprende due battelli altamente innovativi, il relativo in service support e la realizzazione di un Training Center. Un asset strategico unico nel suo genere, che riassume i più alti standard della cantieristica navale Made in Italy.
I primi due battelli saranno consegnati nel 2027 e nel 2029, con il taglio lamiera della seconda unità il prossimo 6 giugno. Il programma risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei ma anche di preservare e consolidare il know-how industriale maturato da Fincantieri e dalla filiera, attraverso le sue maggiori realtà nonché piccole e medie imprese, con il potenziamento della presenza a bordo di componentistica sviluppata in Italia.
Il tutto, con una visione ben sintetizzata dal nuovo claim Fincantieri, ispirato alle coordinate del suo piano industriale 2023-2027: “Future on Board”, riferito all’espansione delle competenze di Design Authority e System Integrator per la transizione verso la nave digitale a emissioni zero e la cantieristica ad alto valore aggiunto. Una svolta che apre a nuovi scenari, orientati ai carburanti green e alle nuove tecnologie di propulsione, nei quali automazione, Data Management e Intelligenza Artificiale consentano una gestione sempre più efficiente dei cicli di vita delle navi.
Non sorprende dunque che alla SeaFuture – fiera internazionale della Blue Economy e dell’innovazione tecnologica legata al settore Difesa, dal 5 all’8 giugno nella base navale di La Spezia – siano attese oltre 300 aziende e 73 delegazioni estere. Nelle sue 8 edizioni, la manifestazione ha infatti decuplicato il numero delle imprese presenti, affiancate dalle rappresentanze delle Marine militari di 4 continenti, e oggi vede tra i partner Fincantieri, Leonardo, MBDA ed Elettronica Group. Per un confronto che spazierà dall’Intelligenza Artificiale per la gestione delle infrastrutture strategiche alle tecnologie per filtrare gli scarichi urbani. Un incontro volto alla conoscenza e alla cooperazione, laddove nelle profondità marine passano gasdotti e cavi per oltre 1,4 milioni di chilometri, distribuiti su circa 550 dorsali principali che sostengono il 98% di tutto il traffico mondiale.
Come dicevamo, una visione strategica e di sicurezza anche marittima, al servizio dell’ambiente, dei flussi energetici e delle telecomunicazioni digitali. Che – questo 9 giugno, sempre a La Spezia – vedrà infatti l’inaugurazione del Polo nazionale della (dimensione) subacquea, istituito a dicembre 2022 sotto la guida della Marina militare.