Tra il lavoro dei tre Paesi del Global Combat Air Programme (GCAP) e il 54mo Salone internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio, il Dominio aereo si sta dispiegando davanti ai nostri occhi come un caleidoscopio di ingegno e creatività.
6 mesi dalla firma dell’accordo sull’unificazione dei propri progetti, Giappone, Italia e Regno Unito stanno imprimendo una ulteriore accelerazione del programma per lo sviluppo del jet da combattimento di sesta generazione, annunciando la presentazione del primo prototipo dimostrativo entro il 2027 – cioè, 8 anni prima della consegna prevista inizialmente per il 2035. Il dimostratore farà uso di motori a reazione Eurojet EJ200, gli stessi in dotazione agli Eurofighter Typhoon.
Regno Unito e Italia collaborano dal 2019 allo sviluppo di questo aereo nell’ambito del progetto Tempest – partenariato che coinvolge BAE Systems, Leonardo, MBDA, Rolls-Royce e Saab con l’obiettivo di cominciare a sostituire i jet Typhoon prima del 2040. Con l’ingresso del Giappone, che sta perseguendo il proprio programma di prossima generazione, si è aperta una collaborazione progettuale e tecnologica “globale”, che considera la Difesa e la sicurezza della regione euro-atlantica indivisibile da quella indo-pacifica.
Nel frattempo, questo 19 giugno si apre a Parigi il 54mo Salone internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio: uno “schieramento” di aerei militari, elicotteri e droni che segnano l’unione tra meraviglie dell’Ingegneria e tecnologie pionieristiche, di alta potenza e versatilità. Ma anche di reale sostenibilità – a cominciare dall’annunciato Green Motion Air, il caricabatterie realizzato da Eaton per aerei e velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL), in corrente continua e volto a ridurre l’impronta di carbonio degli aeroporti grazie a un’efficienza di conversione pari al 96%.
Dai jet di combattimento ai velivoli senza equipaggio (Unmanned Aerial Vehicles – UAVs), gli elicotteri multiruolo e gli aerei addestratori, l’edizione 2023 del Paris Air Show promette una carrellata di innovazioni mai vista prima, con circa 2.300 espositori provenienti da 44 Paesi e 42 tra aerei ed elicotteri, 3 dei quali firmati Leonardo:
- l’elicottero a bimotore intermedio AW169;
- l’aereo di addestramento M345;
- il velivolo di addestramento avanzato M346,
nonché la partecipazione di start-up italiane, organizzata dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese (ICE) in collaborazione con la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD).
Un’evoluzione accelerata dalla transizione digitale ed energetica ma che – almeno nei prossimi 10 anni, il tempo necessario per far arrivare le tecnologie alla loro maturità – vedrà l’innovazione volare accanto agli affidabili velivoli “tradizionali” e l’applicazione della cosiddetta “architettura aperta” (Open Architecture), in grado di evitare la rapida obsolescenza tecnologica, rendere sostenibile la logistica e garantire la capacità di interfacciarsi con i sistemi o le piattaforme costruiti con gli stessi standard. Cooperazione e condivisione dunque, laddove – dai motori a rotore e le trasmissioni in grado di aumentare velocità e autonomia ai sensori e le comunicazioni – le principali tecnologie riguarderanno i materiali e il know-how. Ma anche la sicurezza, con sistemi di protezione che preservino l’integrità dei velivoli e, soprattutto, delle persone a bordo.