Radar navali, terrestri e del controllo del traffico aereo e marittimo, apparati avionici e radio, sistemi avanzati di cockpit aerei, produzione di componenti e materiali compositi: quella del Lazio è oggi una mappa di centri di eccellenza, per una filiera di 900 piccole e medie imprese con 10mila addetti e 3 miliardi di fatturato.
Filiera alla quale si aggiunge l’industria spaziale. L’Agenzia italiana (ASI), coinvolta dalla NASA nel programma Artemis per il ritorno sulla Luna, gestisce – da sola o insieme all’omologa europea (ESA) – oltre 2 miliardi del PNRR che alimentano ricerca e start-up in ambiti che vanno dal quantum computing all’Internet of things.
Una produzione di eccellenza che, solo nel primo trimestre di quest’anno e rispetto allo stesso periodo del 2022, ha visto il comparto aumentare le vendite all’estero del quasi il 40%. Aggiungendo così, e a pieno diritto, il Lazio alla “costellazione” Made in Italy dell’Aerospazio già rappresentata da Piemonte, Puglia e Campania. Senza contare la rete italiana ESA che, con i suoi 5 centri (Torino, Lazio, Milano, Padova e Brindisi) sta posizionando l’Italia come hub innovativo dell’imprenditoria legata al quarto dominio della Difesa.
A spiccare sulla mappa nazionale, Leonardo. Che, da inizio anno all’8 settembre, ha segnato una crescita del +70% in termini di performance – prendendosi così la “maglia rosa” dei titoli Ftse Mib. Un andamento registrato anche da altri titoli (come Rheinmetall, BAE Systems, Airbus e Thales), anche grazie alla spinta dell’industria spaziale.
Parliamo di una filiera strategica per evidenti ragioni, a cominciare dalla Difesa e dalla sicurezza dei cittadini, del territorio e delle infrastrutture, che però significa anche:
- sviluppo di tecnologie con applicazioni duali, con conseguente trasferimento dei benefici in altri settori come la medicina, l’agricoltura o la difesa dai cambiamenti climatici;
- investimenti in ricerca e sviluppo, dunque nelle nuove competenze e professionalità di un’occupazione qualificata;
- supporto alla crescita, grazie alle start-up innovative, alle piccole e medie imprese specializzate e ai grandi protagonisti del settore.
E come non ricordare qui la grande impresa “Virtute 1”, che quest’anno ha visto decollare la navicella spaziale SpaceSheep-2 con un equipaggio tutto italiano, composto da due ufficiali dell’Aeronautica militare e un ingegnere nonché ricercatore del CNR: il primo volo suborbitale effettuato da istituzioni italiane e il primo in assoluto di questo genere a essere intrapreso da un Paese europeo. E che, in condizioni di microgravità, ha portato avanti importantissimi esperimenti multidisciplinari e altrimenti difficilmente realizzabili di medicina, fisica dei fluidi e fisiologia.
Con il proprio patrimonio di competenze, l’Aeronautica militare è naturalmente proiettata verso la valorizzazione e la tutela della Difesa e della Sicurezza spaziale. Un dominio ancora da esplorare e una sfida, che le capacità tecniche e industriali possono onorare a pieno titolo.