Nel penultimo mese di un 2023 segnato dal Centenario dell’Aeronautica militare e dai successi della Space Economy italiana, tre i grandi appuntamenti.
Dal 14 al 16 ottobre a Brema, la Space Tech Expo & Conference Europe – cioè, la più grande fiera dedicata alle tecnologie spaziali nel Vecchio Continente, nell’ambito della quale Enterprise Europe Network Bremen organizza un evento di matchmaking gratuito. Che darà dunque ai partecipanti l’opportunità di incontrare fornitori di tecnologie innovative e potenziali partner per progetti di ricerca e sviluppo ma anche future collaborazioni. Un evento biennale, quest’anno alla sua settima edizione, che promette un panorama senza precedenti delle ultime tecnologie dell’industria aerospaziale.
Dal 28 al 30 novembre a Torino, l’Aerospace & Defense Meetings – l’unica business convention internazionale in Italia per l’industria di settore. Con workshop, sessioni sulle politiche di procurement e subfornitura, seminari sull’innovazione e conferenze ma anche incontri one-to-one: tre giorni che, a differenza di altri saloni, mettono in contatto gli Original Equipment Manifacturer e i loro fornitori di I e II livello con i produttori e i fornitori di servizi (civili e non) per il comparto aerospaziale. La convention avrà come temi portanti il ritorno sulla Luna, l’industria 5.0, i velivoli cargo, gli elicotteri di nuova generazione e l’aviazione green (Fuel Cells, cablaggi e sistemi di nuova generazione, idrogeno) ma anche – vista la sempre maggiore trasversalità delle tecnologie – la mobilità avanzata urbana e aerea.
E proprio il 28 novembre, sempre a Torino, la posa della prima pietra della Città dell’Aerospazio che intende riunire atenei, laboratori, il BIC (Business Incubation Centres) di ESA (European Space Agency), start-up e imprese del settore, piccole e grandi come Leonardo, Thales Alenia Space e Altec. Un progetto molto atteso in una Regione che – con 350 aziende, oltre 22mila addetti e 7 miliardi di fatturato – è leader dell’industria aeronautica e aerospaziale italiana. Un progetto finanziato per il 49% con fondi PNRR e che, articolato su un’area di 1 chilometro quadrato, significa anche:
- riqualificazione e rigenerazione urbana, secondo i criteri della bioedilizia, della neutralità delle emissioni e dell’indipendenza energetica;
- sviluppo industriale e dell’occupazione;
- formazione tecnologica – compresi campus, spazi di co-working e laboratori;
- cultura, con un centro museale connesso ai luoghi industriali delle future missioni spaziali.
E, questo, in un Paese tra i pochi a possedere l’intera filiera dell’Aerospazio e che si distingue per qualità e innovazione. Già a inizio anno secondo al mondo per incidenza di ricerca, quarto per export e quinto per brevetti depositati.